In occasione della “Giornata della Memoria”, la Regione Toscana ha inaugurato in questi giorni a Firenze, in anteprima italiana assoluta ed in seguito ai successi riscontrati a Vienna e Berlino, la mostra-documentario “ Il processo Adolf Eichmann a Giudizio 1961- 2011”. Questa rimarrà aperta al pubblico fino al 18 febbraio prossimo . La stessa è ospitata nello spazio SUC delle Murate, ex carcere delle Murate.
Curata dagli storici Ulrich Baumann e Lisa Hauff, la mostra è stata realizzata nell’aprile del 2011 dalle istituzioni berlinesi, ed è composta da una variegata documentazione specialistica come: fotografie, articoli di giornali stranieri e italiani, video delle deposizioni dei testimoni e dello stesso Eichman, nonchè l’inserzione di una breve presentazione dedicata alla Shoah italiana avente come testimonianza esclusiva quella di Hulda Campagnano, unica italiana presente al processo.
Adolf Eichmann, paramilitare e funzionario tedesco, nato a Solingen nel 1906, è stato definito come uno dei maggiori responsabili dello sterminio degli ebrei; fu colui che nel 1938, insediato a Vienna, contribui all’evacuazione di 50.000 ebrei, costretti a lasciare il paese nel tentativo di salvaguardare le proprie vite. Promosso in seguito, ufficiale delle S.S, si specializzò nel traffico ferroviario di massa degli ebrei e nel 1939 gli fu incaricato di organizzare a Praga , l’emigrazione forzata dalla Cecoslovacchia, fresca conquista di Hitler.
Nel 1942, in seguito alla “Conferenza di Wannsee” e la decisione nazista onde svolgere la “ soluzione finale”, Eichmann ebbe l’incarico come coordinatore e responsabile della macchina delle deportazioni verso Auschiwitz.
Definito da Hannah Ardent “ l’incarnazione dell’assoluta banalità del male”, Eichmann fu processato nel 1961 in Israele, a Gerusalemme, e condannato a morte e impiccato nel carcere di Ramla il 31 maggio 1962. Durante il processo affermò: < Sono stato sfortunato, èerchè il capo dello Stato a quel tempo ha mandato l’ordine di sterminare gli ebrei. Ho soltanto la responsabilità di aver eseguito ordini>.
“ La mostra ci offre una riflessione di dirompente attualità sui meccanismi che generano il male: (prendere coscienza del rischio degenerativo della nostra civiltà è un compito arduo..Un processo che deve assolutamente coinvolgere le istituzioni e i cittadini, perchè < amnistia non vuol dire amnesia> sottolinea l’assessore alla Cultura della Regione Toscana, Cristina Scaletti.
Mihaela Angelica Roznovat