Le vacanze di un riberese

L’altro giorno mi ero seduto all’ombra in uno dei chioschi di Piana Grande: c’era troppo caldo per scendere in spiaggia. Per ingannare il tempo, ho fatto una chiacchierata con un riberese che si trovava seduto vicino a me – un signore di mezza età, evidentemente colto e con buone possibilità economiche.
Mi ha raccontato che, all’inizio di questo mese di agosto, era stato in vacanza una settimana in una località di mare del nostro Mezzogiorno d’Italia. Ma era tornato a casa sconcertato.
Per andare al mare – mi diceva – doveva percorrere con la sua macchina strade i cui lati erano cosparsi di immondizia; in particolare, c’era un sottopassaggio da attraversare che era un cumulo di rifiuti. Le strade erano poi in genere mal tenute, piene di buche e polverose. L’accesso al mare era disagevole perché la strada non era asfaltata. Aggiunse che la spiaggia era sporca, senza servizi decenti e il mare pure non era molto pulito. Mi disse anche che in quella cittadina gli abitanti erano ormai così esasperati davanti a tanto degrado, che erano sul punto di fare una sommossa; invocavano a gran voce le dimissioni del sindaco e della giunta comunale, giudicandoli giustamente degli inetti.
Infine, questo riberese concluse il suo racconto dicendomi: “Non vedevo appunto l’ora di scappare da quel paese per tornarmene nella mia Ribera, dove tutte queste cose, il degrado, la sporcizia, l’incuria, l’inciviltà, i politici inefficienti, sono un ricordo lontano”.

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