Al posto della casa arrivano i soldi, quale contributo per pagarsi l’affitto. E’ questa la sorte delle sei famiglie riberesi costrette ad abbandonare i propri alloggi a seguito dell’ordinanza di sgombero firmata dal Sindaco Pace per problemi relativi alla sicurezza della palazzina n. 2 di largo Martiri di via Fani. Con delibera di Giunta è stata infatti stanziata la somma di 3mila e 500 euro, come contributo per i prossimi tre mesi in favore di queste famiglie riberesi senza casa. La conferma arriva questa mattina dall’assessore ai lavori pubblici Baldassare Tramuta. Non un piano programmato in anticipo, per favorire senza traumi il passaggio alla nuova abitazione, ma un mero sostegno economico. E la casa?
Chiediamo all’assessore Tramuta, quando verrà effettuato il censimento degli alloggi popolari assegnati, ma non abitati, oppure affittati in nero come aveva ipotizzato padre Nuara in una sua lettera.
«La verifica di chi occupa gli alloggi dell’IACP, avendone titolo oppure no, la dispone lo stesso Istituto Autonomo Case Popolari, soltanto dopo il Comune può effettuarla. Per metterla in pratica però abbiamo bisogno dell’ausilio della Prefettura e della Procura. Ci stiamo muovendo in questa direzione».
Dall’ultimo censimento Istat della Popolazione, risulta che sul territorio di Ribera ci sono centinaia di abitazioni private non occupate. Può il Sindaco requisirle ed assegnarle, per motivi d’urgenza, a queste famiglie senza casa?
«No, il Sindaco non ha questi poteri. Il massimo che possiamo fare come amministrazione per aiutare queste famiglie è offrire loro un sostegno economico con le poche risorse disponibili in bilancio».
Qualcuno ipotizza che dalla relazione tecnica IACP emergano ipotesi di reato, in base alle quali il Comune dovrebbe promuovere azioni legali. Che lei sappia, ci sono responsabilità a carico di qualcuno?
«Ammesso che ci siano, dopo 10 anni la responsabilità di chi eventualmente ha commesso determinati reati decade».
Dalla breve conversazione di questa mattina con l’assessore Tramuta apprendiamo che il lungomare Gagarin di Seccagrande è stato risistemato con la piantumazione delle nuove palme di “Cocos”, due per ogni aiuola al posto delle precedenti palme Canariensis, distrutte dal punteruolo rosso.
Come l'amministrazione di Ribera sta gestendo finora la situazione degli alloggi popolari sgomberati?
- Molto male, perché non si può ordinare lo sgombero delle famiglie senza avere previsto assistenza o sistemazione in alloggi alternativi (73%, 54 Voti)
- Male, perché non ha previsto le necessarie misure, ad esempio alloggi alternativi dove ospitare temporaneamente le persone (14%, 10 Voti)
- Bene, pur con qualche comprensibile difficoltà iniziale di gestione dell'emergenza (8%, 6 Voti)
- Molto Bene, adottando le necessarie misure e garantendo assistenza alle famiglie (5%, 4 Voti)
Totale Votanti: 74
*Questa manifestazione d'opinione non ha alcuna finalità statistica ed è anonima.
Requisizione d’immobili a uso abitativo.
Rispondo all’assessore non condividendo le sue osservazioni, salvo errori od omissioni.
La requisizione d’immobili a uso abitativo è un potere che la legge italiana conferisce esclusivamente a sindaci e prefetti e può riguardare immobili sfitti o abbandonati da alcuni anni. Con la requisizione, l’autorità pubblica si impegna a restituire dopo un certo periodo di tempo l’immobile nello stato iniziale, in cui si presentava al momento della requisizione, e a corrispondere un affitto al proprietario per il periodo della requisizione. Secondo un orientamento giurisprudenziale, le requisizioni d’immobili è legittima solamente nei casi di calamità naturale. Secondo un altro orientamento, il provvedimento è legittimo in caso di carenza abitativa, in base all’art. 3 della Costituzione, al diritto alla casa da questa enunciato, all’obbligo dei sindaci di intervenire nelle situazioni di emergenza. La normativa richiama all’obbligo di soccorso connesso alle funzioni di Ufficiale Sanitario attribuite al sindaco la Legge Sanitaria n. 833 del 1978.