Ribera, tra moglie e marito non mettere l’assessorato

di Massimo D’Antoni

Il Sindaco con Carmela Vaccaro

A Ribera sta destando un certo scandalo il fatto che, per garantire la presenza in giunta delle “quote rosa”, il vicesindaco Giuseppe Cortese (Mpa) abbia deciso di dimettersi per fare posto alla moglie. La signora si chiama Carmela Vaccaro e, come Cortese, di professione fa l’insegnante.

Persona in gamba e perbene, intendiamoci. Eppure sta risultando piuttosto difficile al sindaco far accettare questa cosa ad amici ed avversari. La reazione più benevola finora è stata: “Bel modo per la casta di rinnovarsi”. Eppure Carmelo Pace ci ha provato fino all’ultimo a far capire ai coniugi Cortese che, quello proposto, non è che fosse proprio un gesto elegante. Ma oggi in politica niente fa più impressione. Al punto che c’è chi arriva a far notare che anche nella prima repubblica succedeva di tutto. Ma allora almeno le oscenità venivano fatte con una certa eleganza. Oggi? Oggi si accetta perfino una sostituzione tra coniugi.

Insomma: non è che Carmelo Pace abbia digerito del tutto questa vicenda. “Scelta opinabile ma leale”, ha detto in un commento in stile cerchiobottista. “Ma caro Carmelo, così diventi ostaggio dei partiti”, lo ha rimproverato Antonio Sgrò, ex Pd, ora con l’Api di Nuccio Cusumano. Un’accusa che Pace però non ha gradito. Ma come? Proprio io che, pur essendo nipote dell’onorevole Ruvolo non ho esitato un attimo a litigarci, essere definito ostaggio dei partiti?

Il fatto è che gli autonomisti non sentono ragioni. E a Pace fanno notare che, sì, d’accordo: la soluzione Cortese forse non sarà stato proprio un esempio da Galateo della politica. Ma gli altri? Che hanno fatto gli altri che sanno limitarsi a parlare e straparlare? Cosa hanno proposto a Pace per farlo uscire dal guado e per risolvere il problema? Perché, signori miei, la quota rosa va nominata. E nessuno (“A partire dallo stesso Antonio Sgrò”, così si sarebbe lamentato Pace con i suoi collaboratori) ha accettato di farsi da parte. Almeno Peppe Cortese si è sforzato di trovarla una soluzione che salvasse capra e cavoli. Ma ha nominato la moglie! Beh? Dov’è il problema? “Scelta opinabile ma leale”. Linguaggio doroteo, quello di Carmelo Pace, roba da far arrossire il lessico tipicamente prudenziale dei democristiani d’altri tempi.

Insomma: a Ribera c’è una donna in giunta. Si chiama Carmela Vaccaro. Piaccia o non piaccia. Il fatto è che questa storia è imbarazzante, non piace a nessuno. Il PID (il partito dello zio di Pace) ha minacciato di lasciare la maggioranza. Stessa cosa ha fatto l’API (Sgrò ha già rassegnato le proprie dimissioni). Protesta anche l’UDC, protesta il PDL, protestano le liste civiche. Protestano tutti. Ma Carmelo Pace ne è certo: “E’ tutta colpa del clima elettorale, il 28 ottobre la propaganda finirà e, a Dio piacendo, questa vicenda finirà in soffitta”. E se così non fosse? Pace cambia piglio, e da doroteo si trasforma in falco: “Se così non fosse andrò avanti, ma si mettano tutti in testa che non mi schiacceranno, i partiti non avranno la meglio su di me”.

Lascia un commento

Questo sito usa Akismet per ridurre lo spam. Scopri come i tuoi dati vengono elaborati.