Team di esperti a Roma per scongiurare il pericolo trivellazioni nel Canale di Sicilia.

IMG-20141019-WA0007Il dato è allarmante: il canale di Sicilia sarà trivellato per la ricerca di idrocarburi. Varie associazioni ambientaliste, esperti ed alcuni movimenti politici si stanno mobilitando contro i provvedimenti che autorizzano le trivellazioni nel Canale di Sicilia, uno dei quali proprio al largo della costa agrigentina.

Francesco Suriano e Giuseppe Sicilia, coordinatori della protesta contro le trivellazioni per il Movimento Cinquestelle, hanno pertanto deciso di costituire un tavolo tecnico con il fine di sensibilizzare la popolazione e i parlamentari sul grave rischio connesso con le trivellazioni in un fondale marino geologicamente instabile come il Canale di Sicilia. Diversi sono i convegni già svolti e programmati per il mese di novembre nelle diverse città costiere siciliane, ma il momento più importante sarà il confronto con i parlamentari nazionali che si svolgerà a Roma, mercoledì IMG-20141019-WA00015 novembre presso il Parlamento (Sala Tatarella, palazzo dei gruppi parlamentari), durante il quale il gruppo di esperti nominati dagli attivisti M5S avrà il delicato compito di spiegare i problemi di carattere tecnico-giuridico connessi alle autorizzazioni già concesse alle società petrolifere.

Il gruppo di esperti è composto dal direttore di Greenpeace Alessandro Giannì, dall’ing. Mario di Giovanna presidente del comitato“Stoppa la piattaforma” che porta una relazione dettagliata sul pericolo delle ricerche petrolifere, dal dott. Domenico Macaluso, esperto del fenomeno di pseudo vulcanesimo sedimentario, e dall’avv. Giacomo Cortese, rappresentante dello studio legale Grillo-Cortese di Ribera, a cui è stato richiesto un parere legale sul provvedimento ministeriale che decreta la compatibilità ambientale del progetto “offshore Ibleo”.

IMG-20141019-WA0002Quali sono i pericoli paventati dagli esperti? Il disastro avvenuto alle Maccalube di Aragona dovrebbe metterci in guardia circa l’instabilità del sottosuolo siciliano con la presenza di sacche di metano esplosive. Gli esperti attraverso ricerche oceanografiche e con l’utilizzo della strumentazione multibin hanno potuto osservare nel fondale marino del canale di Sicilia la presenza di numerosi pockmarks, vale a dire dei crateri generati dall’espulsione di metano. Inoltre, l’utilizzo per le ricerche di idrocarburi di uno strumento denominato AIRGUN rischierebbe di danneggiare irrimediabilmente la flora e la fauna dei preziosi fondali marini.

IMG-20141019-WA0003Il governi Renzi ha deciso di anticipare da giorno 13 a giorno 5 novembre il voto al Senato per l’approvazione del decreto Sblocca Italia. L’articolo 38 del decreto accentra al governo di Roma tutti i poteri decisionali relativi alle autorizzazioni di coltivazione e ricerca di idrocarburi in impianti offshore, che prima del decreto erano condivisi con i livelli di governo periferici. Da rilevare che tutto ciò è in palese contrasto con la direttiva europea 30/13/UE sugli impianti offshore.

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