Anche se il tempo passa.

Anche se il tempo passa

lucio dallaUn anno fa, di questi tempi, risuonava ancora l’eco dell’appena trascorso festival di Sanremo. Succede ogni anno. Anche quest’anno è successo, benché i commenti si siano mischiati e confusi con altri due eventi rilevanti, le dimissioni del Papa e la campagna elettorale per le elezioni politiche.
Un anno fa, di questi tempi, c’era ancora chi parlava della partecipazione al festival, ad accompagnare il giovane Pierdavide Carone, del grande Lucio Dalla. Il cantautore, l’amato, il seguito, l’indiscusso e allo stesso tempo il discusso, il poliedrico Lucio Dalla.
Un anno fa, di questi tempi, è arrivata la notizia della sua morte. È accaduto il primo marzo, a tre giorni dal suo sessantanovesimo compleanno.
La notizia è giunta improvvisa, inattesa, ha lasciato attoniti estimatori e non, perché Lucio era Lucio, era una parte della nostra storia, impossibile per chiunque non essere colpiti dalla sua morte.
Io, per esempio.
Da sempre legata alla musica dei cantautori italiani, non ho mai avuto una predilezione particolare per Dalla; altre sonorità quelle che mi hanno affascinato, altri testi quelli che mi hanno colpito.
Eppure sono cresciuta anche con la sua musica. Ci sono canzoni che accompagnano momenti particolari e diventano poi inscindibili dal loro ricordo; ci sono canzoni che fanno da colonna sonora a interi periodi di un’esistenza; ci sono canzoni che, riascoltate dopo anni, riescono a riportare in vita, addirittura, sapori e profumi.
Ed è così che pezzi come “La casa in riva al mare” o “Un uomo come me” resteranno inscindibilmente legati a ricordi specifici della mia infanzia. E, a seguire, la mia vita è stata poi cadenzata anche da brani come “La sera dei miracoli”, “L’ultima luna”, “Quale allegria”. Mi accorgo adesso che l’elenco sarebbe troppo lungo per poter essere esaustivo.
Alla fine scopro di avere amato questo artista più di quanto io stessa pensassi. Con questa nuova consapevolezza, rivisito anche un altro ricordo: la conclusione del tour di Dalla e Morandi al teatro greco di Siracusa, a cui mi sono trovata ad assistere nel 1988, pensando di essere lì solo per una serie di fortunate circostanze. Momenti magici, che difficilmente si dimenticano.
Anche per mezzo di personaggi come questo piccolo grande uomo si costruisce la storia, si intessono le storie. È la storia, che rimane. E poco importano tutte le polemiche sui coming-out fatti o non fatti, sulle scelte giuste o errate, come se solo da questo si misurasse la grandezza di un uomo. La grandezza di un uomo, di un artista, si misura dall’amore e dalla passione che sa mettere nelle sue opere. E Dalla di amore e di passione ne aveva da vendere.
“Vedi” si dice abbia confidato a un amico “tutte queste persone non sanno niente di me. In me vedono solo un piccolo omino buffo che canta. Ma a me non importa, perché sento che mi vogliono bene. Come io ne voglio a loro”.

Pochi mesi prima di morire, nell’autunno del 2011, Lucio Dalla incise un brano che io, forse sbagliando, considero come un testamento.

Anche se il tempo passa, e tu non sei mai la stessa (vita),
la voglia che ho di te non l’ho mai persa e se ogni istante ci cambia
se ogni cosa è diversa c’è amore e resterà sempre nella mia testa”

La canzone si intitola “Anche se il tempo passa” ed è un inno alla vita.
Anche se il tempo passa, è l’amore che conta, è la storia che rimane.

Anna Burgio

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