Nasce la rubrica “Viaggi e miraggi” a cura di Anna Burgio.

Viaggi e miraggi

viaggi e miraggiPer lavoro percorro ogni giorno, in macchina, sessanta chilometri. All’incirca un’ora di viaggio, poco più o poco meno, dipende dal traffico.
La strada è relativamente buona, le condizioni climatiche di questa bassa Sicilia spesso clementi. Non si può dire che il viaggio sia pesante o tortuoso, in linea di massima.
Non amo guidare, lo faccio perché devo.
Ma quando i giorni diventano mesi e poi anni, e tu continui a spostarti lungo la stessa strada, ogni giorno, ti sembra a un certo punto che la macchina cammini da sé, che conosca da sola come affrontare ogni curva, quale sia ogni tratto in cui poter sorpassare, dove si trovi ogni buca da evitare.
I sensi restano all’erta, s’intende, occhi aperti e mani salde sul volante. Ma la mente può permettersi anche di divagare un po’, di prendere strade diverse da quella consueta e segnata che quotidianamente conduce da casa al lavoro, e viceversa.
Accade di sognare, a volte, guidando alle sette del mattino avendo a fianco il mare. Altre volte ci si sofferma ad analizzare la realtà; nascono quasi da sole nuove riflessioni, considerazioni e pensieri scaturiscono da una notizia ascoltata alla radio, da una canzone risentita dopo un lungo periodo.
Ecco, ad esempio, Francesco De Gregori con “Viaggi e miraggi”.
L’assonanza tra le due parole non è soltanto questione di rima, penso. Il viaggio porta con sé qualcosa di magico, qualcosa che fa pensare ai miraggi, ai sogni, alla dilatazione del tempo.
Allora questo mio viaggio quotidiano diventa per me come – impropriamente parafrasando Virginia Woolf – “la stanza tutta per sé”, lo spazio in cui riappropriarsi dei propri pensieri e, se possibile, riuscire a farne buon uso.

Anna Burgio

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