“Il teatro è magia e anche verità”, l’intervista con Enzo Raffiti

raffiti direttoreIl teatro è magia. È tensione ed è anche realtà. Tutto quello che si trasmette al teatro noi lo viviamo tutti i giorni….” – dice ai nostri microfoni Enzo Raffiti, direttore artistico della 5^ Rassegna Teatrale Città di Calamonaci “Premio Giovanni Raffiti”.
Raffiti, apprendiamo, da molti anni coltiva il suo amore per il mondo del teatro, in apparenza effimero eppure così vero, ed ha seguito e curato anche quest’anno la rassegna al teatro “Aldo Nicolaj” di Calamonaci, mettendoci tanta passione, slancio ed entusiasmo.

Qual è il filo conduttore della rassegna di quest’anno?
«Il filo conduttore è quello di far divertire la gente. Non c’è una tematica specifica, perché ci sono commedie che, pur essendo scritte da autori poco sconosciuti, fanno la loro bella figura e divertono la gente. La scelta delle commedie comporta tanto lavoro preparatorio: prima vado a vedere le opere rappresentate da diverse compagnie teatrali in giro per la Sicilia, dopodiché opero una selezione di quelle che reputo le migliori e le più promettenti. Molte compagnie sono state riconfermate negli anni a seguire perché hanno riscosso molto successo, dandoci molte soddisfazioni».

Lei ha avuto da sempre questa passione per il teatro?
«Sì da sempre. Ormai è da venticinque anni che faccio teatro. Ho anche recitato per molti anni, poi ho smesso perché sono partito per motivi di lavoro, ma ho ripreso quest’anno. Negli ultimi tre anni ho seguito questa rassegna teatrale e per me è lo stesso che recitare, perché ne vivo tutto il pathos».

Secondo lei cos’è il teatro?
«Il teatro è magia. È tensione e, oltre a questo, è anche realtà. Tutto quello che si trasmette al teatro noi già lo viviamo tutti i giorni. Infatti c’è una bellissima frase di Gigi Proietti: “Benvenuti a teatro dove tutto è finto, ma niente è falso”».

enzo raffiti con attore
Enzo Raffiti con un attore

Quanto tempo comporta organizzare una rassegna, che lavoro c’è dietro?
«Non appena finisce questa rassegna già si pensa a quella dell’anno successivo. C’è un anno di lavoro, anche perché, quando si organizza una rassegna, si valuta anche l’aspetto economico: si parte da un budget che non si deve sforare, senza considerare gli imprevisti come un faro o un mixer che non funzionano. È un lavoro continuo che mi impegna molto, ricevo infatti tante telefonate durante la giornata, che riguardano il teatro ed è come se svolgessi due lavori contemporaneamente. Si devono poi cercare anche le sponsorizzazioni e le ditte disposte a fornire il cibo per le degustazioni. Quindi organizzare i calendari per tutto, degustazioni, commedie. Si devono avere amici – Enzo Raffiti sorride richiamando con lo sguardo l’amico fotografo – come Rito Greco che quest’anno sta facendo un incredibile lavoro di fotografia e video. Fortunatamente sono circondato da persone meravigliose che hanno la voglia di far crescere questo territorio. Il nostro territorio, la nostra Terra. Anche un articolo o una semplice foto riescono a comunicare e a far vedere il nostro lavoro».

Il livello è molto cresciuto?
«Sì e spero di farlo crescere ancora grazie agli amici che mi stanno aiutando».

2In tutto questo come si inserisce l’idea delle degustazioni?
«L’ idea delle degustazioni l’ho avuta frequentando i teatri del Nord. Vedevo che funzionava e che la gente magari, nell’intervallo tra il primo e il secondo atto, andava a degustare prodotti tipici locali. Le persone erano attratte non solo dal teatro, ma anche dal gustare dei cibi durante l’intervallo. Quindi ho portato questa idea anche a Calamonaci e mi sto accorgendo che ci sono altre realtà regionali che si sono ispirate. La gente ci apprezza, anche il cibo è arte».

Apprezzabile l’idea di inserire un momento musicale poco prima della rappresentazione, cosa può rappresentare in un momento di crescita culturale?
«Un momento musicale del genere c’è stato in tutti gli spettacoli teatrali con altri artisti diversi che si sono esibiti. Ciò vuole rappresentare una forma di crescita, di una realtà che può essere la musica, come può essere la magia o il cabaret. Tutto fa spettacolo. È stato bello stasera (sabato 18 gennaio) vedere uscire dal teatro la gente, con tanti problemi che l’attanagliano, con il sorriso sulle labbra. È una soddisfazione mia personale e di tutto lo staff».

scena2Il teatro è quel magico mondo dove quando si apre il sipario inizia l’illusione. Gli attori inscenano allegria, rabbia, pazzia, saggezza e tutti gli altri sentimenti ed emozioni dell’animo umano. Lo spettatore segue rapito o annoiato, dipende da quanto bravo è stato l’attore ad indossare la maschera del personaggio. È una maschera fragile come il vetro, che può infrangersi e fare perdere nel vento tutta la magia. Il teatro si ispira alla vita e la vita stessa è un teatro, come ben intendeva Pirandello: tutti noi interpretiamo il personaggio di noi stessi.
Tutti noi in qualche modo “recitiamo” o giochiamo con i fatti che ci accadono. Così la vita è un teatro dove il sipario non calerà mai, a volte si tinge dei toni foschi della tragedia, altre volte delle tinte pastello della commedia, talvolta, invece, la vita è così incomprensibile da divenire il “teatro dell’assurdo”.
Mirella Ciliberto

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