È in libreria il nuovo libro di GianPaolo Ferraioli, libro che è stato edito dalle Edizioni Scientifiche Italiane e il cui titolo è L’Italia e l’ascesa degli Stati Uniti al rango di potenza mondiale (1896-1909). Diplomazia, dibattito pubblico, emigrazione durante le amministrazioni di William McKinley e Theodore Roosevelt.
Ferraioli, che è docente e ricercatore di Storia delle relazioni internazionali nella Seconda Università di Napoli e che è conosciuto ai lettori di SicaniaNews in quanto ha già scritto alcuni articoli apparsi sul nostro sito, ha dunque portato a termine la sua ultima fatica. Il libro analizza la percezione che ebbe l’Italia della politica svolta dagli Stati Uniti tra fine Ottocento e inizio Novecento, quando a capo dell’Unione nord-americana vennero a trovarsi i presidenti William McKinley e Theodore Roosevelt.
In quegli anni, gli Stati Uniti posero in effetti le basi per lo sviluppo della loro potenza di dimensioni mondiali. Cominciarono coll’aggredire la Spagna nel 1898, il che permise loro di conquistare le Filippine e Guam e di instaurare la loro tutela sull’isola di Cuba. Contemporaneamente, annetterono l’arcipelago delle Hawaii. In seguito, dopo la salita al potere di Roosevelt nel 1901, gli Stati Uniti portarono a termine i progetti per la costruzione del canale di Panama, estesero la loro presenza egemonica in Centro e Sud America e iniziarono a programmare l’aumento della loro influenza nel Pacifico, in Cina e in tutta l’Asia estremo-orientale.
Il libro si fonda sull’analisi rigorosa dei documenti rintracciati dall’autore soprattutto nell’archivio del Ministero degli Affari Esteri di Roma. Ne esce fuori un’Italia sgomenta e al tempo stesso ammirata per l’enorme sviluppo che gli Stati Uniti stavano dando alla loro politica estera e alla loro potenza militare ed economica. Era anche un’Italia preoccupata per il modo in cui gli Stati Uniti trattavano gli emigranti che, dalla Penisola e dalla Sicilia, vi si recavano ogni anno a centinaia di migliaia. Infine, la politica protezionista sul piano commerciale voluta da McKinley e da Roosevelt risultava molto preoccupante agli occhi degli italiani per un motivo: perché gli agrumi della Sicilia avrebbero subito un aggravio del dazio nel momento in cui erano esportati nel grande e ricco mercato americano. In definitiva, quello di Ferraioli è un libro che può risultare interessante non solo per gli storici delle relazioni internazionali, ma anche per il pubblico della nostra terra siciliana e riberese.