Crolla viadotto Petrulla: tamponamenti a catena e feriti. Quando la prudenza sulle strade agrigentine non è mai troppa…

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Fonte foto: http://agrigentoweb.it/

E’ crollata improvvisamente stamattina, lunedì 7 luglio 2014, una campata del viadotto “Petrulla”, sulla strada statale Licata-Ravanusa. Quattro persone, tra cui una donna incita, sono rimaste ferite in maniera lieve, in seguito agli incidenti a catena provocati dalle brusche frenate degli automobilisti fatte per evitare di finire nel baratro provocato dallo sprofondamento del ponte.
Nel punto in cui la campata del ponte è collassata, l’altezza non elevata ha fatto sì che l’asfalto si appoggiasse sul terreno sottostante. Un’autovettura è persino rimasta in bilico tra l’asfalto e il dislivello provocato dal crollo. La Procura della Repubblica di Agrigento ha aperto un’inchiesta.
La strada SS626DIR “Licata-Braemi” – informa l’ANAS – è stata chiusa al traffico in entrambe le direzioni tra lo svincolo Licata Calandrino/Innesto SS123 di Licata e lo svincolo Casale.
Immaginate di guidare, rispettando tutti i criteri del buon senso, e di ritrovarvi d’improvviso senza un ponte, con l’asfalto che sprofonda sotto la vostra autovettura. Roba da film di fantascienza o da 007 e invece è la triste realtà della rete viaria agrigentina.
Nel 2009, sempre sulla statale 626, era crollato un altro viadotto denominato “Geremia II”. Il crollo era avvenuto sul tratto Caltanissetta-Gela, nel territorio di Butera, il 28 maggio del 2009, appena tre anni dopo l’inaugurazione.
Nonostante il trionfale ingresso nel nord Europa, dove le infrastrutture esistono e sono di ben altra consistenza, l’unica novità percepita qui nel profondo Sud d’Italia, dimenticato dai politici nostrani, è stata l’accensione delle luci anabbaglianti facendo l’ingresso in quel che resta delle nostre strade statali siciliane.

Ricordate quel che accadde il 2 febbraio dell’anno scorso, quando franò, dopo vari segnali di cedimento, proprio il ponte sul fiume Verdura sulla Ss115, tra Agrigento e Sciacca, da cui dipendono tutti i collegamenti tra la parte orientale ed occidentale della provincia di Agrigento? Si gridò al miracolo perché allora non ci furono morti e feriti, e perché il ponte aveva deciso di franare di giorno e non di notte… Altrimenti le conseguenze, oltre quelle economiche, sarebbero state ancora più disastrose in termini di vite umane.

Comunicato stampa ANAS
Comunicato stampa ANAS

Quando viaggiare sulle strade agrigentine può rappresentare un pericolo, in caso di mancata manutenzione o monitoraggio dei ponti esistenti, allora a poco può servire la raccomandazione, contenuta nel comunicato Anas di oggi (cfr qui accanto, nella parte evidenziata), rivolta agli automobilisti di prestare prudenza nella guida. Quanta prudenza ci vuole per evitare di finire nel baratro di una strada che frana mentre si guida e d’improvviso non c’è più?
Adesso i politici agrigentini gridano allo scandalo e fanno la voce grossa, oggi come allora, il 2 febbraio 2013 quando si vide crollare un ponte più per mancata manutenzione che per reali carenze costruttive di un ponte di fine ottocento che aveva sfidato i secoli. E poi si sa: un fiume che scorre in piena d’inverno scava con le acque al suo passaggio. Signori politici agrigentini, ma lo sapete che l’Anas contro cui lanciate anatemi è di proprietà statale?
Quindi è contro il governo statale che dovete prenderla, contro voi stessi per non avere preteso e ottenuto nel corso degli anni, in quanto parlamentari o forze politiche di maggioranza, l’adeguamento della rete viaria agrigentina e meridionale ai più elevati standard di efficienza e qualità del nord Europa.
Di chi è la colpa se non di chi ci ha governato e amministrato?

Davide Cufalo

Davide Cufalo

Direttore responsabile di SicaniaNews. Ha collaborato con il Giornale di Sicilia, Momenti di vita locale, AgrigentoNotizie, Agrigentoweb e Palermo24h. Visita il suo Blog.

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