Di sole e d’azzurro.

Di sole e d’azzurro

gabbianoÈ domenica, la prima vera domenica di primavera. Il viaggio stavolta è di piacere, con accanto le persone più care, verso mete che sanno di pace operosa. Oggi la mente e il corpo si ritemprano in un posto meraviglioso, dove c’è una casetta immersa nella campagna, tra distese di margherite e rigogliose lattughe, tra rossi papaveri e patate dolci.
La terra è sabbiosa, perché il mare non è molto lontano. Il mare lo vedo all’orizzonte, alla fine di un sentiero; a guardarlo mi sembra distante, azzurro sfondo a uno straordinario paesaggio.
Abitanti e insieme artefici di questo paradiso sono due ragazzi, Alessandro e Laura, che lì vivono assieme a Gabriele, il loro bambino.
Sono due ragazzi che hanno fatto una scelta di campo, giudicata da alcuni coraggiosa, da altri sconsiderata, ma per loro forse semplicemente la più naturale.
Naturale, come naturale è la loro vita: coltivazione di prodotti biologici, costruzione di giocattoli ecologici.
Quest’ultima attività ha un nome, Arti-sane, e un sito, sul quale poter acquistare i giochi, http://artisane-granitola.blogspot.it/
I giochi sono incantevoli, perfetti nella loro artigianalità, non nocivi, a misura di bambino e non solo; hanno il profumo e l’incanto degli antichi giochi, quelli che noi, ormai definitivamente e irrimediabilmente adulti, abbiamo fatto da bambini per strada, con poche e semplici cose.
Proprio sul sito – o meglio, sul blog – c’è la descrizione che i tre fanno di se stessi:

Siamo Alessandro, Laura e il piccolo Gabriele. Viviamo a capo Granitola, in Sicilia, insieme a piante, insetti, uccelli, lumache e cani. Passiamo il nostro tempo coltivando la terra e costruendo in modo artigianale giochi in legno per bambini e non solo. Cerchiamo di vivere il più possibile in armonia con la natura che ci circonda e di rispettare la natura che è in noi. Amiamo la semplicità e desideriamo praticarla giorno per giorno”.

campiL’affetto che provo per queste persone oggi quasi non conta. La loro casa, la loro terra, la loro compagnia hanno – al di là di ogni affetto – un che di appagante e di rigenerante allo stesso momento.
Il tempo appare oggi dilatato, rarefatto, non conta più nell’accezione che solitamente gli attribuiamo.
C’è un’altalena fatta da tavole e corde, c’è un aquilone costruito in quattro e quattr’otto e lasciato volare, retto dal leggero vento di aprile. Ci sono i cani, le galline, le anatre e – l’accostamento non sembri irriverente, perché non lo è affatto – ci sono i ragazzi e i bambini.
Con loro mi avvio per il sentiero, alla fine del quale mi aspetto di trovare ancora un mare di sfondo. E la sorpresa è da togliere il fiato, quando mi accorgo che il mare è lì, a due passi, alla fine del sentiero. Ciò significa scarpe e calze tolte di corsa, piedi immersi nell’acqua fresca, giochi a palla sulla sabbia, gli adulti, i bambini, i cani.
Quando Alessandro ci chiama dal limitare del sentiero perché è pronto in tavola, quasi ci dispiace, nonostante siano le due e la pancia mormori per la fame. Sono momenti che, forse, vorremmo rimanessero fissati in un per sempre che ha qualcosa della perfezione.
Ripetutamente mi torna in mente il titolo di una vecchia canzone, “Di sole e d’azzurro”, probabilmente perché è la sintesi più efficace di questa giornata.

Poi si torna a casa. Si torna alle facce grigie dei politici in tv, si torna allo spread, all’elezione del Presidente della Repubblica, al Governo che non si riesce a fare, con l’aggiunta delle bombe su Boston. Si torna a quella che chiamano vita, insomma.
Io torno ai miei viaggi per andare a quel lavoro che – per mia grande fortuna – non è precario, ma che precario per una serie di circostanze di quella che chiamano vita è diventato.
Difficile da spiegare.
Avessi coraggio, farei la scelta di Alessandro e Laura. Ma il coraggio mi manca.
Mi accontento di assaporare, seppure temporaneamente, il loro sole, il loro azzurro.

Anna Burgio

1 Commento

Lascia un commento

Questo sito usa Akismet per ridurre lo spam. Scopri come i tuoi dati vengono elaborati.