Il fiume Verdura ha avuto ancora una volta ragione sul progetto di ripristino dell’ANAS, ritardandone i lavori di esecuzione. Ha spazzato via per la seconda volta gli argini di terra eretti sull’alveo del fiume, ritardando l’inizio dei lavori di ripristino del ponte di Verdura.
Ha spazzato via le certezze di fior di ingegneri che si sono occupati di elaborare, non una soluzione congrua alla gravità della situazione, la più ragionevole in tempi brevi e meno costosa, ma quell’unica soluzione con tubi Armco e passerella, tanto criticata da addetti ai lavori e non, perché giudicata lenta, costosa e inadeguata specialmente in tempi di piena del fiume.
Avevano ragione le intelligenze consultate dall’ANAS o le semplici intelligenze contadine, basate sul senso pratico e sull’osservazione costante, nel corso degli anni, di quel fiume Verdura, apparentemente innocuo, ma che invece d’inverno si fa grosso e minaccioso?
Ed in sede di conferenza dei servizi, di giovedì 21 febbraio 2013, quando è stato avallato quel progetto, chi tra i presenti ha fatto notare al Genio civile o alle autorità, con contestuale richiesta di fare verbalizzare, come quell’unica soluzione, la soluzione proposta dall’Anas, fosse inadeguata anche rispetto alle esigenze di un territorio che chiedeva il ripristino immediato della viabilità sul tratto interrotto dal crollo del ponte sulla statale 115?
Il Sindaco Carmelo Pace, da noi contattato telefonicamente prima della conferenza, ci aveva detto che non aveva le competenze ingegneristiche necessarie per valutare la bontà di quell’unica soluzione ANAS. La conferenza di servizi* era stata indetta per l’approvazione del progetto relativo ai “Lavori urgenti occorrenti per il ripristino del transito interrotto sul ponte Verdura”.
Abbiamo la sensazione che nessuno dei presenti a quella conferenza di servizi di giovedì 21 febbraio, che si è svolta presso la sede dell’Ufficio del Genio Civile di Agrigento, ha avuto il buon senso di contestare quel progetto ANAS o di presentarne uno alternativo.
Quindi l’ANAS, in assenza di oppositori istituzionali, è andata avanti con il suo progetto, benché esso si sia dimostrato, nei fatti, impraticabile o ineseguibile con il fiume in piena. Che senso ha adesso attaccare o chiedere la rimozione dei vertici dell’ANAS per l’inefficienza dimostrata nel non sapere gestire l’emergenza, se nessuno allora dei politici, nel chiuso delle riunioni in Prefettura o al genio civile, ha avuto da ridire su quella soluzione proposta o ne ha presentata una alternativa?
Detto il soldoni, al matrimonio ANAS (leggasi conferenza dei servizi*) celebrato al Genio civile di Agrigento, giovedì 21 febbraio 2013, hanno partecipato tutti gli Enti e i Sindaci dei comuni interessati in qualità di testimoni e tutti hanno avallato quel matrimonio e quella soluzione con tubi e passerella sul fiume Verdura.
Quindi che cosa hanno da dire e da contestare, adesso che il fiume ha rotto gli argini, tutti questi politici che fanno la voce grossa?
Il ponte di Verdura è semplicemente lo specchio di una classe politica agrigentina inefficiente che ci ha lasciato in eredità servizi inefficienti, carenza di infrastrutture tipo treni, autostrade e mancata manutenzione di ponti e strade, per far costruire, al loro posto, opere ciclopiche, eterne incompiute tipo il teatro di Sciacca e di Ribera. Avevamo più bisogno di ferrovie, di strade e autostrade, insomma di servizi essenziali.
*Nota esplicativa sulla Conferenza di Servizi.
La Conferenza di Servizi è un istituto della legislazione italiana di semplificazione amministrativa dell’attività della pubblica amministrazione, volta ad acquisire autorizzazioni, atti, licenze, permessi e nulla-osta comunque denominati mediante convocazione di apposite riunioni collegiali, i cui termini sono espressamente disposti dalla normativa vigente (Legge 241/90 e s.m.i.). Può essere visto sia come un modulo procedimentale di semplificazione che come uno strumento di coordinamento, diretto a soppesare ed aggregare la pluralità degli interessi coinvolti in un determinato procedimento.
Quella svoltasi ad Agrigento è stata una conferenza decisoria, che, secondo la normativa, viene convocata con l’obiettivo di creare una sede decisionale che sostituisca tutti gli atti prodromici al provvedimento finale. La conferenza è obbligatoria quando l’amministrazione procedente deve acquisire intese, concerti, nulla osta o assensi comunque denominati di altre amministrazioni pubbliche e non li ottenga, entro trenta giorni dalla ricezione, da parte dell’amministrazione competente, della relativa richiesta.